Secondo alcuni agiografi cristiani “nella Sicilia i martiri sono stati una schiera sterminata” e “non si esagera affermando che in fatto di santità l’isola mantiene il primato su tutte le regioni.” [...] Da queste asserzioni è derivata la curiosità di verificare la correttezza dei dati riportati e di conoscere meglio chi fece parte della sterminata schiera. Storicamente le persecuzioni dei cristiani furono tre [...]. Invece secondo i cristiani furono non meno di dieci [...]. Tre o dieci che siano state, al tirare delle somme, nei tre secoli che passarono dal diffondersi del cristianesimo all’Editto di Costantino, i martiri in terra di Sicilia furono meno di trenta [...]. In totale, dunque, la sterminata schiera è costituita da 28 martiri, fra i quali 5 vescovi, 3 diaconi e 2 diaconesse. Di questi 28 martiri solo Vito, Lucia, Agata e forse Euplio erano nati in Sicilia [alcuni] erano siriani, illirici, pugliesi. Degli altri nulla si sa. Tuttavia, quando si tenta di trovare qualche riscontro storico più probante sulle vite dei martiri sopra elencati,
le tracce diventano così evanescenti che in alcuni casi è impossibile stabilire se sono veramente esistiti. Man mano che si consultano i documenti e si leggono le agiografie si constata che le storie dei martiri più che le loro vite raccontano le loro morti e che sono state costruite secondo le linee ripetitive delle Passiones di Jacopo da Varazze, miscelandole con miti, leggende, fantasie e spudorate falsità. Il presente libro [...] racconta le storie di Agaata, Alfio, LucIa, Euplio, PancrazIo, Vito e, per chiudere in bellezza, di Rosalia (che non fu martire), ma sarebbe stato un vero sacrilegio escludere la “santuzza” per antonomasia.