Ciò che prima di tutto colpisce in questo libro di Alfredo Macchi War Landscapes è l’assenza totale del colore: tutte le foto in bianco e nero, a cominciare dalla copertina che mostra una Kabul in rovina, come la vidi verso la fine del ‘79 quando vi misi piede per la prima volta. Poche donne per
strada con la borsa della spesa, un bambino che porta a spasso il cane. [dalla Prefazione di Ettore Mo]
L’umanità non ha ancora rinunciato alla guerra che viene presentata come l’unica opzione possibile, anche se disumana e inutile, per mettere fine a un conflitto. Alfredo Macchi, giornalista e fotografo, con questo libro, ci porta dentro quest’atrocità, immagine dopo immagine. Le foto, scattate negli ultimi quindici anni, pur appartenendo a diversi paesi tormentati da conflitti estenuanti e sanguinosi, sembrano provenire dallo stesso luogo, perché il
dramma che si consuma è uguale ovunque. Così poco importano i confini; per questo motivo, all’interno del libro, sono state raccolte per temi.
Le sue foto testimoniano l’orrore muto e irreparabile della guerra.