Nella nostra epoca si fa tanto parlare di “multiculturalismoâ€, “interculturalità †e “integrazioneâ€, eppure è evidente che la nostra pretesa, in quanto europei, di essere la migliore civiltà al mondo perdura tuttora.
Solo seguendo la via indicata dalla transculturazione – decolonizzando le nostre menti e accettando il processo di creolizzazione in atto non solo come necessario, ma in primo luogo benefico – potremo finalmente liberarci di cinquecento anni di errore-orrore segnati dall'ingiustizia del colonialismo (mai concluso) e avviarci, gentilmente, verso la costituzione di una civiltà umana generale dei diversi, sulle orme dell'eutopia gilanica proposta dall'archeologa Marija Gimbutas.
Dopo il Manifesto (transman) del 2011, Armando Gnisci riprende il suo discorso transculturale riformulandolo e precisandolo con nuove proposte, attraverso uno stile sperimentale e in evoluzione che segue di pari passo la trasformazione e il cammino interiori dell'autore (e dei lettori con lui), finalizzati a “pensare con il mondo e con il cosmoâ€.
Armando Gnisci è nato nel 1946 a Martina Franca, in Terra d'Otranto. Ha insegnato Letteratura comparata alla Sapienza di Roma dal 1983 al 2009, quando si è dimesso dall'università . Ha pubblicato una quarantina di libri e i suoi scritti sono stati tradotti in tredici lingue, comprese il cinese e l'arabo. Nel 2012 l'Academia Europaea di Londra lo ha proclamato ordinary member.
Via della Transculturazione e della Gentilezza è il primo libro della sua vita nuova di intellettuale in via di liberazione e di mutazione.