La scuola degli idioti è una silloge di sette racconti dedicati al tema dei confini della libertà , nel sacrificio delle energie creative imposto a ogni uomo dalla storia. Come scrive Paolo Di Paolo nella prefazione, quella di Onofrio «è un'immaginazione capace, dall'estrema, celeste e geometrica purezza, di precipitare in un istante nella zona limacciosa della vita, di affogare nella visceralità , di sentire – con un misto di euforia e disperazione – che la partita dell'esistenza si gioca anche (o soprattutto) nell'organico, nel sordido, nell'oscenità non solo fisica ma anche intellettuale».
L'individuo si configura come vittima predestinata del vivere sociale, che lo assedia da ogni parte per ingabbiarlo, addomesticarlo, ridurlo a più miti consigli. L'educazione produce, al contrario di quel che dovrebbe, una forma di anestesia dei sogni e delle istanze rivoluzionarie. La società – col suo fastello di convenzioni, ipocrisie, forme pregiudiziali – ci vincola a una vita inautentica, lungo il corso della quale finiamo per dimenticarci, per sentirci estranei a noi stessi. Ma, dietro le nuvole, c'è un sole che continua segretamente a splendere: la nostra forza interna. Il “ritorno del rimossoâ€, peraltro, gonfia il linguaggio di rabbia, lo accende ai limiti dell'incandescenza. La visione del mondo che ha Marco Onofrio è grottesca e barocca, viscerale e vulcanica, esplosiva e provocatoria. Le parole, eruttate come fuochi d'artificio a denti stretti, vogliono tagliare, a mo' di bisturi, le superfici impedienti, rivelando e denunciando le verità nascoste oltre l'apparenza. La scrittura ha, così, una forza eversiva che non conferma il “pattoâ€: è una cesoia per spezzare le catene e ricondurci al “cielo libero†che, crescendo, abbiamo imparato a dimenticare.
Marco Onofrio (Roma, 11 febbraio 1971) è poeta, saggista e critico letterario. Le sue opere hanno conseguito riscontri critici a livello nazionale e internazionale. Tra i numerosi premi vinti, il Montale (1996), il Carver (2009), il Farina (2011) e il Viareggio Carnevale (2013). Istintivamente orientato alla composizione poetica, quando narra predilige una scrittura di margine e rottura, sperimentale, grottesca, visionaria, antifrastica, fondata sul multilinguismo e sull'espressivismo. Per la narrativa ha pubblicato: Interno cielo (romanzo, 1993), Eccedenze (racconti, 1999), La lampada interiore (racconti, 2005), Senza cuore (romanzo, 2012). Questo è il suo diciannovesimo libro.