L'arte è in grado di sublimare il dolore di una città ferita? àˆ in grado di elevare l'uomo, sollevando il suo essere dalle barbarie compiute? Sì, l'arte è in grado. Stefanie Golish, pure.
La sua è una raccolta di racconti che come pietre, una a una, colpiscono e atterrano la nostra umanità , le nostre convinzioni, mostrandoci quanto le ideologie e i totalitarismi hanno potuto sfregiare il bel volto di una città cardine dell'Europa come Berlino.
Nessun vincitore, solo vinti. Una carrellata veloce, con gli occhi di una giovane donna di oggi, sul passato, sulla Storia, sulle storie di uomini e donne che hanno combattuto, anche e solo opponendosi con la propria arte alla violenza.
Stefanie Golisch, scrittrice, traduttrice e germanista, è nata nel 1961 in Germania e vive dal 1988 in Italia. Ha pubblicato saggi su Uwe Johnson (1994) e Ingeborg Bachmann (1997) e, in lingua tedesca, i romanzi Vermeers Blau (1998) e Pyrmont (2006). Dall'italiano e dall'inglese ha tradotto autori come Antonia Pozzi, Cristina Campo, Gà«zim Hajdari, Lorenzo Calogero, Guido Oldani, Edoardo Sanguineti, David Maria Turoldo, Charles Wright e Rachel Wetzsteon; ha curato l'edizione italiana dell'opera di Selma Meerbaum-Eisinger. Dal 1997 al 2002 ha ricoperto la cattedra di Letteratura tedesca contemporanea presso l'Università di Bergamo. Nel 2002 vince il Wà¼rth-Literaturpreis.