Considerato tra i maggiori poeti viventi contemporanei, Gà«zim Hajdari svolge la sua attività letteraria all'insegna del bilinguismo, in albanese e in italiano. Costretto a lasciare l'Albania a seguito dei tragici fatti politici e militari legati al suo Paese, vive in Italia dal 1992. Nella condizione di esiliato avverte chiara la responsabilità di testimonianza di quella cultura cui apparteneva per nascita – soppressa brutalmente da un'omologazione imposta – detta dei malsor, basata sulla sacralità della parola, capace di rendere normativamente vincolanti le affermazioni di volontà rese in piena libertà : è questo il principio della Besa, la parola data, cui Hajdari dedica una maestosa centralità trasversale in tutta la sua opera.
Alessandra Mattei ripercorre in questo saggio la produzione artistica del poeta albanese analizzando i simboli ricorrenti nelle sue poesie, frutto di una ricerca a volte dolorosa in cui s'incontrano l'infanzia primordiale del mondo e il dolore archetipico della natura. La potenza lirica dei suoi versi più maturi scatena un sentimento potente, evocativo, assoluto, e le immagini simbolo che Hajdari declina in diversi modi nelle sue poesie sono tutte tratte dall'immaginario collettivo mediterraneo, oltrepassando ogni confine, attivando nel lettore di qualsiasi latitudine ricordi inconsci di lontananze struggenti e di nature ferocemente belle e indomite.