Il poeta deve essere un uomo del proprio tempo. La sua attività è prima di tutto scrivere versi per dare conto di tutto ciò che deflagra nell'immanenza incerta di un divenire quotidiano di cui spesso ci ostiniamo per comodità e opportunismo a ignorare la crudeltà del suo vero.
C'è un bisogno autentico, in questa bassa epoca di cialtroni e mestieranti, di poeti che credono nella parola perché c'è ancora troppo da fare.
Marco Saya è uno di questi e il suo Filosofia spicciola, verso dopo verso, è il libro di un poeta che deciso di essere guardiano dei fatti e testimone diretto con la sua esperienza della realtà che attraversa.
La sua Filosofia spicciola è fatta di attraversamenti che si intrecciano tra loro e danno vita a un mosaico che raffigura nella sua disumana essenzialità tutta l'approssimazione di un tempo che in ogni momento cade per farsi male.
àˆ nell'essenza delle cose la poesia di Marco Saya. La sua filosofia imbraccia l'arma della parola che come un bisturi tagliente interviene sulle ferite aperte della realtà e del suo inferno immanente che brucia tutto di “una commedia del quotidiano†che si autodistrugge per assenza di umanità . (Nicola Vacca)