Passare l'infanzia a sentire storie di stregoneria vicino al fuoco con i nonni e vivere a contatto della natura pare quasi un sogno, ma all'autrice è toccata questa fortuna. Dalla nostalgia per l'infanzia, per le persone che non ci sono più e per l'amore verso la Sardegna nasce questo libro.
Simonetta ha raccolto tante storie che sentiva e che viveva e ha poi scoperto pian piano. Un viaggio a cercare le proprie radici, sentendo di far parte di un qualcosa che il tempo ingoiava facendo sparire brandelli del passato.
Il libro tratta dei berbos e del loro cambiamento nel tempo.
Ancora i riti dell'acqua in uso a partire dal prenuragico, quando venivano precipitati nei fiumi i corpi dei fanciulli, in un secondo tempo i teschi prelevati dall'ossario e infine San Bachisio che sostituisce Maimone il dio pagano.
I riti funebri con la raccolta dei canti, vere e proprie poesie, ancora alcune maschere femminili che ci richiamano alla discesa degli spiriti nel mondo ultraterreno.
Ecco qual è stato il fascino di vedere e capire: sentire dalla viva voce qualcuno descrivere la processione dei morti ha riportato Simonetta a sapori ormai dimenticati, ed è proprio per non perderli completamente che li ha voluti raccogliere qui, perché tutto ciò che vive nella nostra memoria inganna la morte e diviene eterno.