«Proiettandosi nel mondo lontano e vicino di Teo & Dolinda, un maggiordomo un po? carogna e una regina naturalizzata brianzola che lascia fare e sceglie la via più rassicurante e comoda, Salvatore Testa racconta il nostro presente e stigmatizza quella problematica di cui è intrisa la stampa, la televisione, il cinema e la cronaca scalfendo i luoghi comuni che la vita di ogni giorno ci fa ingoiare a forza. [...]
Una storia molto lombarda con i Longobardi a far da riferimento, ma Longobardi rovinati o sostenuti dal contagio con tutte le terre e le popolazioni italiche, fin anche nelle predilezioni gastronomiche. Il magico regno del bla bla bla, il dominio degli Arraffa Arraffa.
Mi piace questa regina segaligna e apodittica, sotto un?audace corona pizzuta che sa tanto di sberleffo, resa icastica da un disegno nervoso e vaporoso. Un segno che resta aperto, inconcluso, non inchiodato al brutale dettaglio, suggerito e ammiccante. Personaggi soffici con un magico qualcosa di ?non finito? che aiuta a coniugare la realtà con la fantasia, il verosimile col quasi vero» (Leandro Castellani).