"Io ero la bici di Bogart. Non era un gran bel nome da partigiano. Ma tant?è. Bogart era un torinese secco come una corda, e dove ti saresti aspettato un gran naso adunco trovavi invece il volto piatto d?un gatto, dalle labbra minuscole".
Un gioco narrativo che reinterpreta la letteratura del dopoguerra attraverso un punto di vista sorprendente: quello di una bicicletta comunista e partigiana.
I racconti di Azina descrivono la lotta antifascista attraverso l'Europa invasa, da Parigi ad Alba, con malinconia ed un po' di amarezza, ma anche con nostalgia per uno dei pochi episodi della vita nazionale che vale la pena ricordare con orgoglio.
Il volume contiene anche i due racconti sullo sgombero del C.P.O. Experia a Catania e il racconto lungo Un posto asciutto.