Eric è un diciassettenne bello, intelligente e promettente, a cui apparentemente non manca nulla quando, dinanzi ai disagi della realtà, all’improvviso si rifiuta di andare a scuola e sceglie di chiudersi nella sua stanza. I genitori assistono impotenti al ritiro del figlio, nessuno riesce a piegare la sua ostinata decisione. La stanza diventa il luogo privilegiato da cui il ragazzo, protagonista e voce narrante, osserva il mondo fuori dalla finestra ed esplora la propria psiche. Chiudendosi salvaguarda se stesso, il suo corpo, si difende dalla vergogna che lo attanaglia, ma non conquista il suo posto nella società. Le settimane diventano mesi e i mesi anni, Eric, ormai adulto, nuota avanti e indietro nel fiume navigabile della sua memoria, pescando ricordi e pensieri che trascrive sul pavimento con l’incertezza di un provetto scrittore: la famiglia, la scuola, i professori, gli amici, gli atti di violenza, il reparto di psichiatria e l’istinto suicida. La stanza di Eric non è solo un diario interiore, è anche il bisogno di raccontarsi nel tentativo di individuare le cause della chiusura e di comprendere la propria identità.