Quando, nel 1965, Emilio Mattioli pubblica «Introduzione al problema del tradurre», gli studi italiani dedicati alla traduzione annaspano ancora, con Croce e Gentile, nelle sabbie mobili dell’obiezione pregiudiziale: il metodo della nuova fenomenologica critica applicato ai processi traduttivi inaugura, lontano dalla pigrizia dei luoghi comuni, un esercizio critico che sarebbe durato più di quarant’anni.
Riuniti per la prima volta in volume, questi saggi di Emilio Mattioli disegnano il percorso di una traduttologia viva, proteiforme, nel movimento euristico del linguaggio: «Imparare a convivere con la provvisorietà non è una rinuncia, ma una conquista, significa infatti riconoscere alla traduzione una partecipazione profonda e una funzione nell’àmbito della vita dell’arte e aprirsi ad una comprensione non pregiudicata di questa attività, la cui centralità è fortemente presente nella coscienza culturale del nostro tempo tanto da configurarsi come un punto di riferimento per il riassestamento in atto dei saperi».
EMILIO MATTIOLI (Modena 1933 - Ancona 2007) è stato docente ordinario di Estetica nelle Università di Palermo, Cosenza e Trieste. Cofondatore e condirettore della rivista Testo a fronte, membro del comitato direttivo di Studi di estetica, Mattioli è uno dei padri della riflessione traduttologica italiana del secondo Novecento. Fra le sue numerose pubblicazioni: Contributi alla teoria della traduzione letteraria (Palermo 1993); Ritmo e traduzione (Modena 2001); L’etica del tradurre e altri scritti (Modena 2009).
Postfazione di Franco Buffoni