«Una scommessa riuscita, questo Dipinti a parole. Un libro di natura anomala eppure convincente, una sorta di capriccio logico, un modo di accostarsi laicamente a quella autentica “astrazione” che è la pratica cosciente dell’arte visiva, decifrando con grande attenzione i materiali di vissuto che sono poi diventati il più autentico modo di essere nella fase dell’impianto e del timbro formale. Niente di professorale, in tutto ciò. Niente di pedantesco: ma, al contrario – non ultima prova della serietà dell’operazione – un tocco di ironia molto sfumato, che sembra rifarsi, nei casi in cui certi atteggiamenti esistenziali degli artisti considerati si prestino a qualche giudizio problematico, al motto di Brancusi che dice: “Quando si rifiutano i propri spiriti infantili si è già morti”».
Mario Lunetta