«Far scivolare le dita su vecchi manoscritti», è quello che fanno le voci enunciatrici dei racconti brevi de La testa di Salomè, il cui corpo poetico s’imbeve, tra il fluire di suoni, tradizioni, odori e sapori, l’architettura insondabile dei misteri della vita, della terra, della magia delle lettere del mondo angolano di Ana Paula Tavares. Le parole gorgogliano, trasgredendo, nel rovescio del mito biblico sovvertito: è la testa di Salomè ad essere data in offerta, ma in un cesto cokwe... Tessuto dall’intenso erotismo del linguaggio, nuovi sguardi femminili s’impongono, sia per la nostalgia amorosa del vecchio Kinaxixe, sia per la cartografia dei sogni di Delícia, o sia ancora per la critica alla demolizione del palazzo di Ana Joaquina. Questo libro tratta, in ultima istanza, della seduzione: della donna, della terra, della parola. Merita di essere letto, in silenzio, come un rituale dell’aurora...