Seguendo il filo di una memoria insonne e frammentaria Francesco Permunian raccoglie in questo suo nuovo libro cose persone e fatti - reali e immaginari - che da tempo fanno parte del suo circo mentale e visionario di quel grottesco e feroce ritrarre le vanità della provincia italiana e le beghe delle conventicole letterarie che Permunian pratica dai tempi di Cronaca di un servo felice e che lo colloca tra i grandi autori maledetti e appartati degli ultimi decenni. Ne risulta uno stralunato e violento romanzo-pamphlet intessuto di storie deliranti e paradossali che s' intrecciano al ritmo di una sarabanda: bellissime fanciulle che si accoppiano con il diavolo madri che piangono nella tomba il destino delle loro figlie padri bigotti e incestuosi salme in doppiopetto e baffetti neri cessi alla turca istoriati da nobili penne zingareschi banchetti funebri cene trimalcioniche e suicidi ferroviari. Il tutto raccontato con una lingua spiccia e impassibile da anatomopatologo dello stile degna di quell' autentico cannibale letterario qual è considerato l' autore di questo libro impietoso e controcorrente. Come scrive Daniele Giglioli in appendice "Permunian compie un percorso analogo ma inverso a quello del suo grande antecedente Manganelli: le porte sono spalancate i demoni percorrono la terra e tutto lo sforzo consiste nel cercare di rispedirli al loro regno resistendo alle loro lusinghe".