Gennaio senza nome è la prima antologia italiana di racconti di Max Aub una delle voci più prolifiche e originali della diaspora repubblicana spagnola. Nel limbo del suo esilio messicano Aub dedicò buona parte dei propri sforzi di narratore alla costruzione di una memoria collettiva prima annichilita o dispersa dal pugno di ferro di Francisco Franco poi silenziata dalla pavidità o dall' indifferenza delle democrazie occidentali: quella degli antifascisti spagnoli e degli indé sirables europei rinchiusi negli inumani campi di concentramento francesi. Nelle otto storie raccolte in questo volume Aub narra il dramma degli esuli repubblicani vittime della lotta tra totalitarismi di destra e di sinistra isolati e definitivamente dimenticati dalla loro terra d' origine e rievoca l' infernale universo concentrazionario che lui stesso visse in prima persona tra il 1940 e il 1942 a Vernet in Francia e poi a Djelfa in Algeria. La cruda registrazione degli eventi storici si alterna ad amare epifanie surreali come la cronaca dell' esodo dei profughi verso il confine francese nel gennaio del 1939 affidata alla prospettiva straniante di un albero o il racconto immaginario in cui il Cordobé s il matador mito delle folle negli anni Sessanta spodesta Franco e viene repentinamente eletto a capopopolo dei repubblicani. "La letteratura a differenza della vita non ha passati obbligatori. Durante il franchismo si voleva scegliere un passato diverso da quello fabbricato dalla cultura del regime e lo si cercava a tentoni e si sceglievano per caso o per istinto nomi proscritti in cui riconoscersi. Uno cerca maestri ma anche eroi eroi civili e intimi della parola scritta che lo elevano e lo accompagnano che gli offrono coraggio nella ribellione e conforto nella malinconia. Io ho avuto la fortuna d' imbattermi subito in Max Aub". Antonio Muñ oz Molina (Discorso d' ingresso alla Real Academia Españ ola 1996) Edizione a cura di Eugenio Maggi ricercatore all' Università di Bologna dove insegna letteratura lingua e storia della cultura spagnola. Eugenio Maggi ha tradotto le prose di Antonio Machado raccolte nel volume dei "Meridiani" Mondadori (2010) e ha partecipato alla nuova traduzione del Don Chisciotte a cura di Patrizia Botta (Mucchi Editore 2015).