A Killoyle scorre placido il tempo intorno alla Spudorgan Hall il locale albergo abbarbicato a guardia di una piccola comunità che divide pigramente l' esistenza tra il pub e la chiesa in cerca del conforto di una pinta o dell' assoluzione. E mentre Milo Rogers arruffato sognatore e sedicente poeta arranca nell' incertezza economica e sentimentale Kathy Hickman affronta la sua vedovanza tra fugaci consolazioni e foschi documentari in tv. All' ombra delle guglie di Sant' Oinsias invece padre Doyle affoga nel whiskey la nostalgia per gli anni verdi del noviziato a Roma ignaro delle abitudini del suo parrocchiano Wolfetone Grey che di giorno conversa appassionatamente con Dio e di notte fa telefonate anonime ai suoi concittadini. Ma quando il sordido Tom Maher insidia le certezze di Emmet Power amministratore della Spudorgan Hall la tranquilla routine di Killoyle sembra fatalmente destinata a infrangersi. Con questo brillante romanzo Roger Boylan compendia con piglio svagato la caleidoscopica vicenda politica culturale e religiosa irlandese anche grazie a un controcanto di postille giocose digressioni e commenti sarcastici. Pagine in cui si celebra la tradizione letteraria che va da Swift a Beckett passando per il surreale virtuosismo di Flann O' Brien e che ci regalano un' opera traboccante di humour con una variopinta rassegna di caratteri iperbolici e burleschi. "Boylan si muove tra Pynchon e i Monty Python anche se in maniera più accessibile e coerente di quanto ciò possa implicare". Evergreen Review "Diverte e impressiona". Kirkus Reviews "Una performance magistrale". Publishers Weekly