«Il mondo descritto in questo romanzo è un incubo di democrazia svuotata, con un governo paravento di poteri occulti – finanziari o falsamente etici poco importa – lontani e feroci ad accanirsi su un'umanità senza speranze. Una sorta di grande laboratorio, frutto di scelte che rendono le “democrazie” vuoti simulacri e che hanno bisogno di nuovi schiavi. Automi, appunto. […]
Tuttavia, la speranza che il genere umano non si smarrisca del tutto resta un appiglio al quale la letteratura ci consente di aggrapparci. L'importante è capire che, quando ci dicono che siamo liberi, siamo invece minacciati e asserviti da una enorme macchina di dominio.»