Primo e ultimo libro scritto da Phaswane Mpe, Benvenuti a Hillbrow è un viaggio sconvolgente attraverso le strade di Hillbrow, quartiere multirazziale di Johannesburg e microcosmo di tutto quanto v’è di contraddittorio, affascinante e doloroso nell’anima sudafricana del post-apartheid. È a Hillbrow che si intrecciano le storie di migranti provenienti dal resto del Sudafrica e da altri Paesi africani; la città è non solo l’aguzzino dei suoi spesso poveri abitanti, ma anche la generosa produttrice di un continuo spettacolo di vita offerto dal tessuto urbano sempre mutevole. A Hillbrow si incontrano i sogni infranti della giovinezza, la sessualità e i suoi costi imprevedibili, la xenofobia, il suicidio, la violenza pervasiva e la visione africana della vita che non termina con la morte ma continua a scorrere in un regno ancestrale. Oltre a essere un romanzo dedicato alla Johannesburg post-apartheid, Benvenuti a Hillbrow si presenta anche come una profonda riflessione sull’arte narrativa: l’atto di raccontare ha un ruolo fondamentale nel corso di tutta la storia, tra i cui personaggi vi sono romanzieri mancati, studenti di letteratura, e poi donne di villaggio che subiscono gli effetti delle crudeli dicerie delle loro comunità, di partenza e di arrivo. Tutto questo fa di questo libro una metanarrativa, una storia sull’arte di raccontare. Nel 2014 Benvenuti a Hillbrow è stato ripubblicato nella Picador Africa Classics collection, collana della Pan Macmillan inaugurata in occasione dei dieci anni dalla scomparsa di Mpe.