È l’11 novembre 1999 quando Foggia conosce uno dei risvegli più brutti che abbia mai vissuto. Nell’alba di quel nuovo giorno, che avrebbe potuto essere uno qualunque, in viale Giotto un palazzo crolla. Le vittime sono sessantasette. Vite sradicate con violenza dal fertile terreno del loro futuro, portate via dai sogni stipati ancora con fiducia nel cassetto, messi da parte per i giorni a venire. Tra i resti esanimi di quella tragedia, però, Ester grida ancora il suo disperato bisogno di vita, avvolta nel suo pigiamino rosa e nella fresca fragranza di shampoo del bagnetto della sera. Ritrovata dai soccorritori, viene affidata allo zio Massimo che se ne prenderà cura, cercando di farle condurre un’esistenza il più possibile normale. Giulia, una giovane giornalista di Capitanata, a dieci anni dalla tragedia intervista lo zio Massimo, suo vecchio amico. Insieme rievocano quei terribili momenti, misti ai ricordi di un tempo lontano in cui Ester era sola una bambina vivace ed entusiasta, entrambi consapevoli che il destino può cambiare in un attimo, crollarti addosso senza remora alcuna e che l’amore, di chi si prodiga per portare un raggio di sole anche dopo la più feroce delle tempeste, salva sempre.