Ombraluce: così Egizia Malatesta titola la sua nuova raccolta poetica segnata dalla provenienza geografica dell’autrice; basta leggere pochi versi per farsi un’idea sul vertere dei contenuti che animano il florilegio di una poetessa che vive il suo tempo in una terra di demarcazione tra la Toscana e la Liguria. La Malatesta si percepisce una “funambola dei sogni”: un’acrobata, dunque, che cammina sulla sottilissima fune della vita così come agevolmente si muove al confine tra la Lunigiana (dove è nata) e l’ultimo tratto di costa a ridosso della Versilia (dove risiede). La cifra più alta della poetica che propone Ombraluce è rintracciabile nell’immagine del fiume che risolve la sua corsa sfociando nel mare è chiara allegoria della vita: il ciclo dell’acqua non ha termine – di più – non si sa dove nasca né dove muoia l’acqua; evapora dal mare per alimentare la sorgente e, dalla stessa, sgorga per cercare il pelago salato. In modo analogo, Egizia, si rimette all’esistenza con fiducia, con la fede autentica di chi crede nella natura spirituale della realtà.