Con Verso la Malavalle l’autore riesce a presentare un romanzo che allo stesso tempo è capace di tratteggiare in modo convincente ambientazione, con rigore di storiografo che ha saputo ben assimilare e rielaborare la documentazione disponibile sull’epoca presa in esame, e moti dell’animo dei protagonisti, in una fusione ammirevole di natura e componente umana. Sogno e visione estatica, morte e potere, caduta e rinnovamento, guerra di religione e guerra contro le proprie umane fragilità, ma anche passione e sentimento, sono tutti elementi che concorrono a sostanziare gli avvenimenti, storici e interiori, narrati; e il termine di un viaggio del genere, sospeso tra materia e spirito, tra umano e divino, tra misero e poetico, non può che essere, che un ponte gettato verso il futuro, verso il lascito di un messaggio dell’ecumene, con la fondazione di qualcosa che vuole rinnovare allo stesso tempo se stessi e la società all’interno della quale si vive, comunicando con la preghiera e con l’arte, massime espressioni dell’umano sentire. Verso la Malavalle offre al lettore un succinto quadro della cultura e della spiritualità del secolo dodicesimo.
