Bruno Schulz è uno dei più geniali, stravaganti e misconosciuti scrittori del ‘900. Nasce e vive insieme alla sua famiglia a Drohobyč (Polonia) dove lavora come insegnante di disegno. Dopo la morte del padre, della madre e del fratello maggiore, ottiene la fama di scrittore nel 1933, a quarantadue anni, con la sua prima raccolta di racconti. Otto anni dopo, nel 1941, in seguito all’invasione nazista della Polonia, diventa il protetto di un ufficiale della Gestapo che lo impiega per il suo talento. L’anno successivo viene ucciso a sangue freddo da un altro ufficiale, e cancellato dalla storia a soli cinquant’anni, come dispetto al suo protettore. In quel periodo stava completando la stesura del suo primo romanzo, Il Messia.
“Bruno Schulz, il genio sconosciuto, è stato uno dei grandi scrittori, uno dei grandi trasmigratori del mondo a parole […] Le pagine sono affollate di brillantezza verbale, come i cieli pieni, minacciosi e sorprendenti. Ma qualcosa di crudele si nasconde dietro questa bellezza, legata ad essa – la crudeltà del mito. […] Come Borges, è un cosmogonista senza teologia. Lo sforzo straziante della sua prosa è quello di costruire di nuovo il mondo, a partire dai frammenti che esistono dopo qualche innominabile disastro. […] Sensibile all’informe, Schulz presta ancora più attenzione di Beckett alla noia, al limbo preponderante della vita, ai frammenti scadenti dell’esperienza, alle stagioni morte, a quei tratti negativi del tempo” John Updike
“I suoi due libri creano un universo fantastico ripercorrendo la mitologia privata di una famiglia, e il loro lessico è tanto ricercato e vivido da diventare esso stesso il vero protagonista” David Grossman
“Un uomo di enormi doti artistiche e ricchezze immaginative” Philip Roth
“Schulz scriveva a volte come Kafka, a volte come Proust, altre volte riusciva a raggiungere profondità che nessuno dei due aveva mai toccato” I. B. Singer