Sessa. È questo il nome inciso di nero su una piccola imbarcazione bianca attraccata
nel porticciolo di Bari, sempre nello stesso punto, quasi abbandonata a se stessa e al trascorrere
indissolubile del tempo. I passanti la guardano e si chiedono cosa possa celarsi dietro quel nome
così singolare. Se lo chiede anche Luppola, tutte le volte in cui ritorna a quel molo a guardare l’orizzonte
di una vita che ha mutato forma, standosene come quella barca, in silenzio e indiscreta
a leccarsi le ferite, attaccandosi alla forza dell’amore che tutto toglie e tutto dà. E forse entrambe
hanno una storia da raccontare.