Metti una sera a cena in una mansarda. Il giradischi acceso e una ventina di "nuovi" 33 giri da ascoltare. I ciocchi di legno bruciano nel caminetto mentre nel decanter prende aria il vino di una buona bottiglia (ma forse anche due o tre). "Questa è la città della camomilla, meglio una serata tra amici che mischiarci nei soliti 'giri'". Perché in provincia tutto sembra un po' così. Perché tutti sembrano conoscersi. Perché ogni cosa sembra sempre la stessa. Come del resto sembra esserlo una serata simile a tante altre, trascorsa a chiacchierare, a confessarsi, a parlare di amori e di progetti futuri. "Sembra!". Tutto, non solo in questo libro ma nella vita, ruota intorno a quel verbo odiato da chi, come me, fa il giornalista e ha la presunzione di sapere e non avere dubbi. Invece tutto "sembra". Perché ciò che appare non è reale. Perché dietro l'evidenza può nascondersi un'altra realtà. Perché tutto può cambiare e ricambiare in un moto perpetuo che rende impossibile distinguere il vero dal falso, il giusto dallo sbagliato, il bene dal male.