Mia nonna crede che una donna con le mestruazioni non debba avvicinarsi alle sue piante perché queste morirebbero di sicuro. E lei ci tiene oltremodo alle sue piante. Da dove venga un approccio tanto ostile nei confronti della fisiologia femminile lo si intuisce facilmente. Nulla è più impuro della donna nel suo mestruo: essa rende impuro tutto ciò che tocca dice san Girolamo. La donna di chiesa è consapevole di essere - per sua natura - immonda; comprende perfettamente l’origine maligna di alcune manifestazioni del suo corpo; con un balzo di pudore nega se stessa in pensieri, opere e omissioni - soprattutto omissioni. E noi cristiani occidentali, inchiodati alle nostre radici, stiamo tanto a giudicare le usanze dei non cristiani! è bene ricordare che le “nostre” tanto amate radici sono nelle Scritture, e quello che è scritto non si cambia. Infatti il dogma non può per sua natura essere storicizzato e quel che dicono i padri della Chiesa deve valere intonso ancora oggi. Sembra strano
ma funziona proprio così, e anche se i teologi sono soltanto la faccia più impopolare - e perciò tenuta ben nascosta - dell’organizzazione ecclesiale (ammesso che questa abbia almeno una faccia presentabile), è bene sapere che nella Chiesa nulla è cambiato e nulla cambierà, a livello ufficiale. Il dogma è lineare: sei dentro oppure sei eretico. Tutto il Cristianesimo - in breve - gravita intorno alla riduzione, esemplare il caso dei tre che, per varie vie, costituiscono una entità unica. La donna
è mobile, leggi “figlia di Satana”: pensa e fa contemporaneamente, si prende cura di se stessa e degli altri allo stesso tempo; e la colpa di una scelleratezza simile è senz’altro di Dio che ha voluto - all’atto della creazione - differenziare la seconda creatura dall’essere a sua immagine e somiglianza. Tornando sulla immonda terra: se è vero che l’intero sesso femminile può essere riassunto nel termine di “puttana”, è altrettanto vero che ai preti non è mai mancata la presenza di una puttana
in sagrestia. Immaginiamo il fastidio.