La nozione religiosa di numinoso è un abile escamotage teologico che definisce il divino come “completamente altro” rispetto a questo mondo, sottraendolo così a ogni indagine razionale, a ogni verifica empirica. Una ontologia del divino dimostra che siamo di fronte a una assurdità logica e a un’impossibilità esistenziale, a una proiezione della nostra mente (Feuerbach), a una costruzione illusoria del nostro desiderio (Freud), a un progetto umano fallito (Sartre).
La varietà, la storicità e la territorialità delle divinità e dei culti, evidenzia il carattere esclusivamente antropico del sacro e la relatività di quello che si pretende assoluto. Investigando la struttura e il funzionamento del SNC, le neuroscienze hanno individuato un vero e proprio dispositivo mentale che, al pari dei sensi che ci informano sul mondo naturale in cui siamo immersi, ci connette con una dimensione sottile ed estranea all’universo in cui viviamo: predisposti a credere nel soprannaturale, inteso come qualcosa che ci sovrasta e che conferisce un senso a tutto, la nostra mente si è evoluta interpretando il mondo, la vita e gli altri come portatori di intenzioni, di volontà e di progetti, ordinando la realtà e rifuggendo il caos.