Il momento peggiore è il risveglio. La prima cosa che pensi è: Maledizione! Sono ancora vivo! È terribile acquisire nuovamente, ogni giorno, consapevolezza del tuo stato di prigioniero del tuo stesso corpo, sepolto nella tua propria viva carne, incatenato dalla tua malattia: il morbo di Parkinson. Peggio ancora inchiodato a questa vita senza possibilità di fuga dalla crudeltà della confraternita dei sadici, indifferenti al fatto che essere sepolto vivo è senza dubbio la paura più estrema in cui possa incorrere un uomo.
G, il protagonista del romanzo è anche il suo autore, un parkinsoniano di mezza età: colto, arrogante e antipatico. Un uomo che, coraggiosamente, per mezzo della creazione letteraria ha scelto di raccontare il decorso di una malattia che gli ha imposto di cambiare radicalmente stile di vita.
La mia morte è un romanzo spietato e sincero, lirico e commovente che non ha bisogno di alcuna presenza autoriale in quanto - come ogni lettore sa - può raggiungere autonomamente il pubblico a cui è destinato.