Durante la guerra Iran-Iraq, Abdullah cade in mano nemica e passa vent’anni in una prigione iraniana per poi tornare a casa e scoprire il terribile segreto della sua nascita. Tariq, il figlio dell’imam del villaggio, evita di recarsi al fronte e diventa un uomo potente, in grado di aiutare gli amici ma sempre attento ai propri interessi. Ibrahim torna mutilato dalla prima guerra del Golfo e perde sua moglie, ammalatasi di un male incurabile, quindi accetta un umile lavoro nei giardini di uno dei tanti palazzi del Presidente – un lavoro che gli offrirà occasioni al di là di qualunque immaginazione.
I giardini del Presidente si presenta come un grande affresco dell’Iraq di Saddam Hussein, ricostruendo tre decenni di storia irachena, dall’inizio della guerra Iran-Iraq nel 1980 fino al periodo successivo all’invasione americana. Il romanzo illustra l’impatto che i grandi eventi della vita nazionale, come le dittature, le guerre, le invasioni, producono sull’esistenza dei comuni cittadini, ripercorrendo le vicende di tre inseparabili amici, Abdullah, Tariq e Ibrahim, originari di un piccolo borgo iracheno, sullo sfondo della storia nazionale.