Irene Brin, (1911-1969), maestra di stile, come giornalista adottò vari pseudonimi: Marlene, Oriane, Mariù, Maria Del Corso, Geraldina Tron, Clara Radjanny von Schewitch e, soprattutto, Contessa Clara e Irene Brin.
Con la sua scrittura brillante e inconfondibile rivoluzionò il linguaggio paludato e depressivo delle testate italiane dell’epoca, prima interprete del cosiddetto “giornalismo di costume”. Ruolo che le rimase sempre stretto.
Per fare l’inviata di guerra e Esteri dovette assumere vari pseudonimi dribblando la censura del fascismo. Dopo un paio di generazioni, la sua lezione aprì la strada al lavori di Lietta Tornabuoni, Camilla Cederna, Natalia Aspesi e Oriana Fallaci.
Con il marito Gaspero Del Corso fece della galleria L’Obelisco a Roma il luogo dei debutti dei più rivoluzionari artisti a cavallo degli anni 40 e 50, da Vespignani a Burri, da Calder a Rauschenberg.
Maestra di stile e di bon ton, aprì la strada alla moda italiana nel mondo.