In questo libro rivive la Matera degli anni ’50 -’60 del secolo scorso quando ancora la città si identificava col titolo di “Capitale contadina”. Era la Matera dei rioni storici dove un’umanità caleidoscopica, nel contempo pagana e cristiana, ancora arcaica negli usi e nei costumi, sofferente e marginale, era radicata da millenni nella terra dei calanchi, ma stava per approdare alla modernità. Una città, che si ritrova nel Cristo di Levi, in cui la comunità sa, e ha sempre saputo, esprimere maestranze artigiane di cartapestai ai quali affida annualmente la costruzione di quel “Carro Trionfale della Bruna” che, ogni 2 luglio, viene “immolato” a fine serata nella piazza centrale. A Matera e alle tre famiglie materane di cartapestai, decoratori, ritrattisti ed ebanisti che hanno lasciato segni indelebili nella microstoria della città, Francesco Niglio dedica le sue pagine.