Dall’America latina alla Cina, fino alla Grecia, alla Tunisia e all’Egitto, il debito è sempre stato usato come arma di dominio e spoliazione.
A partire dal XIX secolo, infatti, l’uso dell’indebitamento estero e l’adozione del libero commercio hanno costituito un fattore fondamentale per la sottomissione di intere economie “periferiche” alle potenze capitaliste. La Grecia del Terzo millennio rappresenta solo l’ultimo esempio di un paese e di un popolo privati della libertà con il pretesto di rimborsare un passivo in realtà illegittimo.
Ma la dittatura del debito non è inevitabile: in passato diversi Stati hanno cancellato con successo i loro obblighi verso i creditori.
Analizzando i “ripudi” effettuati da Messico, Stati Uniti, Cuba, Costa Rica e Russia nel corso degli ultimi due secoli, l’autore illustra la storia, il significato e la tragica attualità della dottrina del “debito odioso”.