H – Memorie di Eracle racconta una vita eccezionale, quella dell’eroe che poi i romani chiamarono Ercole. La narrazione si muove a partire dai ricordi che la mente dello stesso Eracle riordina subito dopo il rogo sulla pira del monte Eta. Una vita vissuta nel conflitto tra la responsabilità personale e le forze collettive, rappresentate dagli dèi, che lo hanno generato, perseguitato, maledetto, abbattuto e fatto risorgere. Eracle è personaggio mitologico, ma ha piena identità storica e la sua nascita, reale o immaginaria, si può collocare circa 3350 anni fa, nella Grecia dell’età micenea, le cui atmosfere vengono ricostruite nel racconto. Figlio di Zeus e della mortale Alcmena, Eracle ci narra di incontri con popolazioni misteriose, come le Amazzoni o i Centauri, e le sue peripezie tracciano l’incredibile geografia del Mediterraneo del II millennio a.C., compresa l’Italia dell’Età del Bronzo e il sito dove, cinquecento anni dopo, sorgerà Roma. I suoi tratti barbarici ne faranno un campione anche da morto, quando, nella decadenza del mondo miceneo, lui potrà assistere all'invasione del Peloponneso da parte dei Dori guidati dai suoi stessi discendenti. Ma, a quel tempo, Eracle era già tra gli dèi che lo avevano accolto benevoli sull'Olimpo. Il romanzo nasce da un attento lavoro sulle fonti antiche e sui dati archeologici, di cui si dà conto nelle note in calce ai capitoli del libro.