«Non è facile», scrive Gerald Moore a proposito del Wanderers Nachtlied di Schubert, parole che ben riassumono il suo approccio a questo Lied e all’arte dell’accompagnamento in generale. In questo «inestimabile contributo alla letteratura» – così egli stesso con la consueta ironia – ripercorriamo assieme a Moore le tappe essenziali della sua straordinaria carriera, che corre parallela al percorso di emancipazione del pianista accompagnatore, una figura che proprio grazie a lui, nella doppia veste di sommo artista e capace divulgatore, passa dalla penombra del fondale scenico alla luce dei riflettori.
Diapositive di vita musicale si alternano a spassosi aneddoti personali in un racconto variopinto, sempre ravvi-vato da un tocco di humour, che svela aspetti pratici e retroscena di una professione multiforme e imprevedibile: il lettore viene condotto per mano tanto nelle sale da concerto quanto nei luoghi normalmente interdetti al pubblico, dove incontrerà alcune tra le leggende dell’età d’oro del concertismo.