Il 22 febbraio 1980 tre uomini armati, con il volto coperto, entrano in casa di Valerio Verbano, nel quartiere di Montesacro a Roma. Valerio, che non ha ancora compiuto 19 anni, non è a casa. I tre legano e imbavagliano Carla e Sardo, genitori di Valerio, e attendono che il ragazzo arrivi.
Quel giorno Valerio, giovane militante autonomo, muore, ucciso da un proiettile calibro 38. Da allora, non è mai stata trovata una verità giudiziaria sull’omicidio. Ma esiste una verità storica e politica che è sempre stata chiara per i compagni e le compagne di Valerio: a ucciderlo sono stati i fascisti.
Il movente sta, probabilmente, nelle sue ricerche sul neofascismo a Roma – incluso quello armato dei Nuclei Armati Rivoluzionari e di Terza Posizione – dei suoi legami con le istituzioni e la criminalità, che Valerio registrava in documenti che diventeranno noti come “il dossier Verbano”.
Un dossier che si riteneva scomparso, distrutto, come tante, troppe prove grazie alle quali forse si sarebbero potuti trovare gli assassini di Valerio e che, per incuria o per complicità, sono state fatte sparire. E invece quel dossier è ricomparso.
L’omicidio di Valerio Verbano è una delle pagine più feroci in anni in cui la violenza fascista esplodeva per strada e nella strategia delle stragi di Stato. Questo libro ripercorre la vita di Valerio Verbano, la sua militanza politica, il contesto storico e infine i lunghi anni di indagini e di istruttorie. Riporta fonti di prima mano, documenti giudiziari, interviste a chi ha conosciuto Valerio Verbano e ha vissuto quegli anni. Racconta l’impegno di sua madre Carla nella ricerca della verità e di chi porta avanti il nome di Valerio Verbano.
La nuova edizione del libro di Marco Capoccetti Boccia ci aggiorna sullo stato delle indagini, riaperte nel 2011 e giunte oggi a un momento cruciale, tra la possibilità della loro chiusura o di una loro svolta.