Non si possono contemplare le opere di Beato Angelico se l’animo non è tranquillo, pulito, libero dalla polvere quotidiana che lo inquina. La luce della sua arte può allora ferire o provocare un rigetto. Oppure, può aprire la porta che conduce ad una verità più ampia rasserenante e duratura. Ma Angelico non desidera convincere, imporsi. Frate Giovanni è una “presenza” che parla non di sé, ma da sé, illustrando la meraviglia di una storia umana collegata a quella divina, tutta intrisa di luce. I timbri e le tonalità della sua complessa poetica li ha espressi attraverso un linguaggio che, se da una parte rende difficile classificarlo in maniera univoca e definitiva, dall’altra esalta la superiore libertà espressiva di un artista intelligente e pieno di amore, un maestro che ha sempre ricercato l’unità fra la dimensione celeste e quella terrena. E ancora oggi il pittore è lì, lungo le scale del convento di San Marco o in quel porticato oppure sulle pareti di un museo, in attesa di parlare ad ognuno in un colloquio molto personale. Perciò, quando questo accade, sembra di respirare per la prima volta perché Angelico non cerca di capire e trasmettere cosa sia la bellezza, ma Chi sia la bellezza.
Seguendo un percorso tematico che descrive le opere nelle diverse fasi dell’attività di uno dei creatori più puri della storia dell’arte, Mario Dal Bello accompagna il lettore alla scoperta o alla riscoperta di questo artista così raro e originale e della sua intensa visione della Bellezza.