«Voglio morire». Mone è un’adolescente all’inizio delle scuole superiori. Dovrebbe
essere una ragazza come tante, ma la sua vita sembra andare a rotoli e
non ha nessuno su cui contare. Una famiglia solo in apparenza. Il padre ha
un’amante da anni e lei è l’ultima a scoprirne l’esistenza. La madre preferisce
il fratello minore, Satoshi, e progetta di portarlo via con sé, lontano dalle radiazioni,
lasciandola indietro. Un gruppo di amiche con cui ha un rapporto
superficiale, di cui non sente di fare parte davvero. Il suo unico alleato è il cellulare
che porta sempre con sé, grazie al quale può raggiungere il lato più oscuro
di internet. Ciò che trova è un forum, una chat di morte dove individui di età
e provenienza diverse, con le motivazioni più disparate, cercano dei compagni
con cui togliersi la vita. Yodogawa, Namiki e Nana sono gli utenti anonimi che
entrano a far parte del “Gruppo della fine”, i compagni che ha scelto per accompagnarla
nel suo ultimo viaggio. Un cammino verso la morte che porterà
Mone a entrare in contatto con aspetti di se stessa prima sconosciuti.
L’opera tratta il tema della morte come affermazione della vita, argomento
che è sempre stato molto caro all’autrice.
Yū Miri nasce nel 1968 a Yokohama nella prefettura di Kanagawa in Giappone. Scrittrice
di origine sudcoreana, incentra le sue opere sulla mancanza di identità e il disagio generato
dalla sua condizione. Dopo aver abbandonato gli studi superiori a causa di discriminazioni,
l’autrice entra a far parte della compagnia teatrale “Tokyo Kid Brothers”. Si dedica prima
al teatro, come attrice e compositrice di testi teatrali, e poi alla scrittura di opere letterarie e
di saggi ottenendo premi in entrambi i campi e molto successo in Giappone e all’estero. In
Italia ha pubblicato Scene di Famiglia (Marsilio, 2001) e Oro rapace (Feltrinelli, 2005).