Paura, sconcerto, rabbia, incredulità, dolore, risentimento, impotenza, gratitudine, speranza, amore. Voci che, a volte con ironia, altre con rassegnazione, altre ancora con fiducia, si levano in coro da nord a sud per tutto lo stivale, rappresentando se stesse, la propria generazione e la categoria di appartenenza. E così si susseguono le parole non solo di scrittori, ma soprattutto di ragazzi, docenti, genitori, nonni, medici, infermieri, operatori socio-sanitari, che hanno scelto la scrittura come mezzo per esprimere le proprie emozioni in risposta a una situazione sconvolgente, quasi surreale, eppure ormai così presente nel quotidiano di tutti noi: la pandemia da covid-19. Racconti, filastrocche e poesie raccolte in un’antologia dal sapore dolceamaro da cui emerge il comune desiderio di considerare al più presto il coronavirus come un brutto ricordo e, in alcuni casi, l’auspicio che dalla sua scia rinasca una nuova umanità. determinazione a inseguire le sue passioni e a non smettere mai di sognare.