La scimmia del fango, lo chiamano così Mino gli altri ragazzini del paese che non vogliono giocare con lui ai videogame e con le figurine, ma a lui non interessa. Lui se ne sta da solo, con i suoi genitori e i suoi libri, e poi va alle pozze di fango e ci si immerge, sempre più a fondo, dove si sente bene.
E comunque non è davvero solo, ci sono le ombre degli altri che sono stati al podere prima di lui, durante la guerra, e poi dopo. E Irma, un’anziana del paese, che gli racconta le storie delle altre Irma prima di lei.
C’è anche qualcos’altro, buio e oscuro, che emana una luce diversa. Qualcosa che aleggia su quei campi che suo padre coltiva ma restano sterili, come a ricordare una colpa che tutti hanno dimenticato tranne la terra. E quel rancore, che permea tutto, che scivola nel mare giallo dei campi sino al bosco, quel bosco strano, in cui ci si può perdere.