[…] Questo libro è un affresco storico e documento di memoria di indubbio valore letterario. Quello che ci racconta aiuta a capire meglio una terra, la Sardegna, la sua storia, la sua pregnante bellezza, la sua umanità.
In un paesino arroccato nel sassarese, Castelsardo, tra prati fioriti, mare cangiante, colline e campi coltivati, la famiglia Genovesi vive vicende colme di bellezza e di umanità. Electa detta Ela e sua sorella Mirìce detta Mira, vivono la loro adolescenza con lo sguardo abituato a scenari antichi, con il tempo lento che accompagna le giornate e poi la frenesia della crescita. Sarà Ela a raccontare la società, dei primi anni trenta, fatta di molti poveri, alcuni benestanti e pochi ricchi, in cui si dipanano storie di solidarietà, di ripicche e d’amore. Racconterà del padre Enea, medico, della madre Beatrice amante dell’Opera, del fratello Julius ed infine della nonna Giuseppina, detta Peppina. Ma racconterà anche il cambiamento epocale della Sardegna negli anni '50/'60 con l’arrivo del turismo; del miraggio di un benessere che sacrificherà l’innocenza, le tradizioni, per cedere all’illusione di un’agiatezza che sovvertirà per sempre il paese e la Sardegna tutta.