La vita di Nando e quella di Gabriele, che si conoscono dall’infanzia, scorrono su binari diversi, fra verità e inganno. Ma nella trama del loro presente è rimasto impresso il comune passato. Come in un labirinto di specchi, le fragilità dell’uno si trasformano in pura energia nell’altro, dimostrando che un essere umano vulnerabile, indifeso e spaventato può diventare meschino pur di non confessare la paura di trovare dentro e intorno a sé solo il vuoto.
Romanzo introspettivo in cui, sul labile e mutevole confine tra realtà e surrealtà, due piani narrativi – presente e passato – si intersecano e alla fine, in una New York invernale, si ricongiungono. Al pari della vita dei protagonisti per i quali la realtà quotidiana è, come nel gioco degli scacchi, un arrocco in difesa di quel confine dai contorni incerti. I gesti diventano allora quelli estremi e anche la sincerità, l’atto più schietto o più disperato per accostarsi all’altro, si trasforma in un atto di egoismo. Per l’autore non ci sono eroi, né vincitori né vinti. E il futuro è una pagina bianca, ancora da scrivere.